L’inquinamento atmosferico è uno dei principali problemi di salute pubblica del nostro tempo. Anche nei contesti urbani europei, dove sono attivi controlli e normative, l’esposizione quotidiana a sostanze come particolato fine, ossidi di azoto, ozono e metalli pesanti rappresenta un fattore di rischio per molte patologie respiratorie, cardiovascolari e metaboliche.
Negli ultimi anni, accanto alle strategie di prevenzione ambientale e alle misure di protezione individuale, la ricerca scientifica ha iniziato a esplorare un’idea interessante: è possibile attenuare gli effetti biologici dell’inquinamento attraverso specifici integratori alimentari?
Una recente revisione della letteratura scientifica pubblicata nel 2022 ha raccolto e analizzato le evidenze disponibili sul tema. Ecco cosa emerge.
Perché l’inquinamento fa male: un problema di stress ossidativo e infiammazione
Le principali sostanze inquinanti presenti nell’aria (particolato PM10 e PM2.5, ozono (O₃), ossidi di azoto (NO, NO₂), idrocarburi policiclici aromatici e metalli pesanti) generano un danno ossidativo alle cellule delle vie respiratorie. Questo innesca una cascata infiammatoria che, nel tempo, coinvolge anche il sistema cardiovascolare e quello metabolico.
Gli effetti più noti includono:
- Irritazione e infiammazione delle vie aeree.
- Peggioramento di asma e malattie respiratorie croniche.
- Vasocostrizione e disfunzione endoteliale.
- Aumentato rischio cardiovascolare.
- Alterazioni lipidiche e insulino-resistenza.
Di fronte a queste reazioni biologiche, diventa logico domandarsi: gli antiossidanti e altri nutrienti possono ridurre questi effetti?
Cosa dicono gli studi sugli integratori
La revisione ha preso in considerazione cinque analisi scientifiche pubblicate tra il 2008 e il 2020. Gli integratori più studiati sono:
1. Vitamina C e Vitamina E
Sono gli integratori con le evidenze più solide.
- Vitamina C: 250–2000 mg/die.
- Vitamina E: 50–100 mg/die.
Queste vitamine, una idrosolubile e una liposolubile, agiscono in sinergia e possono ridurre lo stress ossidativo sulle vie respiratorie, attenuare l’infiammazione dovuta a ozono, PM e ossidi di azoto, e migliorare alcuni indici di salute cardiovascolare. Gli effetti sono osservati sia in studi di laboratorio che in piccole coorti di individui, soprattutto in contesti urbani molto inquinati.
2. Beta-carotene e Vitamina D
Le evidenze sono più limitate, ma promettenti:
- Beta-carotene (15 mg/die): può ridurre l’infiammazione respiratoria.
- Vitamina D: potenziale azione antinfiammatoria, ma necessita di studi più robusti.
Questi micronutrienti sembrano agire soprattutto sulle vie respiratorie, riducendo l’iperreattività indotta dagli inquinanti.
3. Omega-3
Gli acidi grassi omega-3 (come EPA e DHA) mostrano un profilo di efficacia diverso rispetto alle vitamine: riducono la risposta infiammatoria sistemica, attenuano le alterazioni metaboliche (trigliceridi e LDL) che si osservano dopo l’esposizione al particolato ultra-fine ed offrono una protezione cardiovascolare, potenzialmente complementare agli effetti delle vitamine antiossidanti.
Alcuni studi suggeriscono che la combinazione omega-3 + omega-6 bilanciata possa essere utile anche nei pazienti asmatici.
Gli studi disponibili utilizzano generalmente dosaggi di 2–3 g/die di acidi grassi omega-3, ma è importante sottolineare che supplementazioni superiori a 1 g/die richiedono attenzione clinica, poiché in soggetti predisposti potrebbero aumentare il rischio di alcune forme aritmiche, specialmente in presenza di patologie cardiovascolari preesistenti.
4. Altri composti naturali: curcumina, N-acetilcisteina (NAC), sulforafano
Sono stati proposti per le loro proprietà antiossidanti e detossificanti, ma le evidenze cliniche sono ancora preliminari, mancano dosaggi standardizzati e sono necessari studi controllati più ampi.
Promettenti, ma non ancora raccomandabili come strategia preventiva consolidata.
Cosa possiamo concludere?
In sintesi, una strategia integrata contro gli effetti dell’inquinamento potrebbe includere:
- Una dieta ricca di antiossidanti, come quella mediterranea.
- Integrazione mirata in caso di carenze o condizioni di esposizione elevata.
- Vitamina C + vitamina E come combinazione più promettente.
- Omega-3 per la protezione cardiovascolare e metabolica.
Gli integratori non sostituiscono le politiche ambientali, né i dispositivi di protezione fisica (come le mascherine filtranti), ma potrebbero offrire un supporto aggiuntivo in attesa di soluzioni strutturali.
Guardando al futuro
La ricerca suggerisce che alcuni micronutrienti e composti naturali potrebbero svolgere un ruolo nella chemioprevenzione contro i danni causati dagli inquinanti atmosferici. Tuttavia, servono studi clinici più ampi e controllati, definizione di dosaggi ottimali e protocolli specifici per diverse categorie di popolazione (bambini, anziani, pazienti asmatici, lavoratori esposti).
La prevenzione dell’inquinamento resta una sfida globale che richiede scelte politiche, economiche e culturali. Nel frattempo, conoscere e utilizzare con buon senso gli strumenti nutrizionali disponibili può essere un passo nella giusta direzione.
Riferimento bibliografico
Antonelli, M., & Donelli, D. (2022). Dietary supplements against health effects of air pollution: A literature review. Pharmanutrition and Functional Foods, 7(4).
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